C’era una volta Piazza Sella, cuore pulsante della città di Iglesias, il salotto buono dove gli iglesienti di tutte le età giocavano, si incontravano, parlavano, si scambiavano i primi baci e qualche volta facevano a cazzotti.
Era il luogo dove poter incontrare gli amici, i compagni di scuola, dove era possibile sperare di incrociare la ragazza che ti faceva battere il cuore e, magari con una scusa, provare a parlarle. Il luogo che brulicava di studenti anche la mattina in occasione di uscite anticipate o di agognati scioperi per protestare contro i termosifoni spenti.
Iniziavi ad amare quel luogo magico fin da bambino quando, sotto lo sguardo severo di Quintino Sella, sperimentavi le prime cadute sui pattini a rotelle o giocavi con le amichette all’elastico o a “color colore”, nella speranza di non essere travolta dalle corse sfrenate dei bambini impegnati nella partita di calcio. Se si giocava a “nascondino”, occorreva una parete d’appoggio per fare “bara” e la scelta in questo caso cadeva obbligatoriamente sulla solida parete rocciosa del monumento di Quintino Sella. Era un luogo vivo e vitale, Piazza Sella, avvolta da un brusio di voci che mettevano allegria, gli schiamazzi dei bambini, i rimproveri delle madri, le risate dei ragazzi, i pettegolezzi, gli sguardi complici di chi era impegnato a tessere storie d’amore proprie o altrui.
Piazza Sella poi non era solo una piazza, era il luogo per affacciarsi alla vita, per crescere, per conoscere l’amore e imparare anche a soffrirne; il luogo dove dar corpo e anima ai tuoi progetti per il tuo futuro. Era il punto d’incontro per eccellenza, la sede di storici e appassionati comizi elettorali dove i partiti e i candidati di un tempo oramai dimenticato promuovevano le loro candidature. Era il luogo dove sceglievi di sfilare con il corteo di macchine e clacson festanti per annunciare a tutti il tuo matrimonio.
C’era una volta Piazza Sella e ancora esiste il luogo fisico, simbolo della città e del suo glorioso passato. È il complesso e variegato insieme di persone che rendevano viva, vitale e bella quella piazza che poco alla volta è svanito, dissolto, come in quei giochi elettronici in cui il protagonista prima di perdere la vita si dissolve. Pixel che si distanziano l’uno dall’altro. Niente più capannelli di ragazzi o adolescenti che sperano di poter passeggiare sul lato dei ragazzi grandi, dimenticati i comizi elettorali di una volta.
Coloro che in gioventù frequentavano assiduamente Piazza Sella ora ricordano con malinconica nostalgia quegli anni, quando i ragazzi non si conoscevano su Facebook ma guardandosi negli occhi e stringendosi la mano; quando in piazza potevi incontrare l’amore della tua vita, quando una ragazza ti piaceva per come era e non per le foto fighe ed espressive su Instagram, quando l’unica magia delle dirette era quella offerta dalle telefonate nelle cabine telefoniche di fronte a La Casa dello Sport.
Eloisa Fanni
Brava Eloisa! Tutto vero, la nostra fantastica giovinezza!
Un grazie a tutti che contributo a questa bellissima opportunità di fare conoscere il costumi è tradizione della fantastica Sardegna grazie ancora👏